Caro Lettore,
è stato 3 Lies You May Believe About Your Creative Work a influenzarmi nella stesura di questo articolo. Il post del blog The Everygirl racconta quali falsi pensieri può avere chi svolge un lavoro creativo come ad esempio quello di non essere abbastanza bravo perché i risultati tardano ad arrivare.
Sfruttando come lampadina il pezzo citato, ho deciso di buttare giù un piccolo elenco sui miti da sfatare sui lavori creativi.
Sarebbe bellissimo lavorare solo di lampadine, di idee perfette che creano progetti di successo. Dietro a questa ricerca c’è uno studio, un’analisi o un’influenza data da film, libri, serie TV, ore e ore di lettura e corsi frequentati. Poi una volta trovata l’idea, dobbiamo svilupparla, renderla viva e poi distribuirla e condividerla nel miglior modo possibile.
Spesso il lavoro creativo è visto come un gioco, un divertimento. E poi se sei un web writer devi solo saper scrivere, se sei un grafico devi solo saper disegnare, se sei un copy devi solo essere creativo, se sei un social media marketing devi solo gestire due o tre pagine Facebook. Non è così, tutti questi professionisti possiedono almeno quattro o cinque competenze ciascuno.
Ci ripetono “ma che ci vorrà mai!” eppure amico mio ti svelo un segreto: ci vuole. Un grafico non realizza un logo in pochi giorni, un giornalista ha bisogno di conoscere la storia e di fare ricerca prima di scrivere un articolo e un blogger non pubblica un post in 30 minuti perché quel post è la somma di tanti piccoli studi ben mirati fatti nel corso del tempo. Il lavoro creativo ha i suoi tempi e la creatività non è replicabile.
Non è vero. Quando scegliamo di creare un blog, di portare avanti un progetto, di realizzare un prodotto facciamo i conti con una strada in salita. La salita a volte sembra interminabile e i risultati faticano ad arrivare e tu vorresti mollare.
Le visite del blog non aumentano e le tue idee non sembrano arrivare al pubblico o al tuo capo. Devi cambiare qualcosa, devi sperimentare nuove strade. È faticoso, spesso frustrante e in questi momenti non sorridi. No, ripeto, non hai voglia di sorridere.
Anni fa ho voluto credere a quella storia che spesso amiamo raccontarci per sentirci meglio. I grandi, quelli che ce l’hanno fatta e che quindi svolgono il lavoro dei sogni con passione, hanno avuto fortuna. Beh, la fortuna potrebbe averli aiutati ma di certo non è stata solo lei a farli arrivare dove sono arrivati. I libri e le storie di chi ce l’ha fatta mi hanno fatto cambiare idea. La passione diventa un lavoro, ci credo e ci sto lavorando ogni giorno. È impegno, è sacrificio, sono occhiaie e maschere Sephora pomeridiane.
Questo è solo un mito legato in particolar modo ai lavori creativi, soprattutto a quelli più deboli, che si distrugge con la determinazione di percorrere una strada in salita con scarpe da trekking.
Hai altri miti da sfatare sui lavori creativi?
Valina
Ciao Claudia, giusto. Infatti generalmente i miti aleggiano sempre tra quelli che poi non hanno mai provato in maniera concreta o si affidano alle voci o hanno una mentalità troppo lontana o chiusa.
Ciao Alessandro, non potevi essere più chiaro. Infatti dei blogger si pensa spesso che scrivano e basta ^_^