Caro Lettore,
ma tu condividi i post degli altri?
Se la risposta è no, sarò super onesta: stai sbagliando.
Conosci il piacere che si prova a fare pranzo in compagnia, a conversare passeggiando in due, a partire verso la stessa meta alternando la guida e dividendosi la benzina? Ecco, condividere i post provoca la stessa identica soddisfazione e un’inevitabile crescita personale.
L’ho compreso tardi e ancora una volta voglio che tu non faccia lo stesso errore. Forse non mi crederai ma io, durante i primi mesi dalla nascita di Valinapost.it, mi vergognavo anche a menzionare i fautori dei post che, in qualche rara occasione, decidevo di pubblicare sul mio wall o su Twitter. Ero eccessivamente timida, in pratica ero l’opposto di tutta quella gente che vuole sedersi sempre in prima fila e non perché non ci vede bene o non sente abbastanza. Tu, caro blogger o web writer o fan del personal branding, devi fare meglio di me.
Come?
– Leggi di più e tieni sotto controllo i tuoi blog preferiti.
– Crea una lista, su un’agenda o su un planner o su un foglio di calcolo, dei nomi di cui ti fidi di più e delle persone che trattano gli argomenti che ami e che sono utili al tuo lavoro e alla tua crescita personale.
– Fallo anche in ambito social. Per esempio puoi creare una Twitter List su un argomento specifico inserendo quelli che ci scrivono sopra.
– Cerca di organizzarti così saprai già chi condividere e risparmierai tempo. All’inizio mi perdevo. Leggevo così tanti post che poi non riuscivo a condividerne nessuno.
Perché?
– Condividere un post di un’altra persona vuol dire fare formazione. Impari qualcosa tu e anche il tuo pubblico che probabilmente è interessato ai tuoi stessi argomenti. Quando scrivo “impari qualcosa” è perché parto dal presupposto che prima di cliccare su “share” tu abbia letto il post dell’autore scelto.
So che ci sono sempre mille cose da fare ma non sottovalutare mai questa azione. Cura questo aspetto come fai per il tuo blog. Quando indirizzi il tuo pubblico verso la lettura di un contenuto, dai a quel pezzo autorevolezza. Quindi leggi fino alla fine ciò che andrai a condividere.
– A volte condividere i post vuol dire riconoscere che c’è qualcuno più bravo di te e tu ne hai bisogno perché sei assetato di sapere e vuoi far decollare il tuo blog perché è un progetto, il tuo.
– Condividere vuol dire fare community. Stai stringendo la mano al buon lavoro, è un breve applauso ma sentito. È un dare che poi potrà, se te lo meriterai, trasformarsi in un ricevere.
– Condividere i post degli altri è mostrare qualcosa di noi. Siamo quello che condividiamo e avalliamo (almeno nella nostra vita digitale), così aveva scritto Andrea Pernici.
Non avere paura. Il sapere altrui è un bene prezioso dal quale tutti dovremmo poter attingere. Non è una minaccia al tuo lavoro, è un dono.
Valina
Condividere un post vuol dire fare formazione, riconoscere che c’è qualcuno più bravo di te, fare community, è mostrare qualcosa di noi… grazie, Valentina, per questo post che condivido ovunque perché è come se mi avessi letto nel pensiero: sono d’accordo su tutto e purtroppo noto che ancora pochi si rendono conto di quale valore abbia un semplice gesto come CONDIVIDERE un post altrui!
Grazie e lo condivido anche in #adotta1blogger sperando che non sia già stato adottato 🙂
Gloria ma grazie! Questo per me è un bellissimo commento. Dovrebbe essere così nel mondo del blogging e del web in generale.
Lo scopo della rete è la condivisione delle informazioni, di conoscenze e competenze. Per questo sposo ogni singola parola. Concetto semplice da dire, na forse non così facile da condividere.
Ciao Ermanno! Grazie. Credo infatti che questo post sia molto sentito proprio perché in fondo la pensiamo tutti così. Poi succede che i fatti diano luce ad atteggiamenti diversi. Non so perché sul web ci sia questa chiusura alla condivisione, non globale fortunatamente.
Condividere è importante e fa girare la conoscenza: sono d’accordo con te. Non mi piace quando si pretende di essere condivisi senza mai condividere, tra l’altro. Ciao!
Ciao Bruna, hai ragione. A volte pretendiamo un po’ troppo senza renderci conto che in realtà siamo noi che per primi non diamo il buon esempio.