Caro Lettore,
ho iniziato su Style e poi sono arrivata qua. Immagina due coste collegate da un lungo ponte di legno che ho attraversato lentamente tra ansie e intensi momenti di entusiasmo, tristezza da fazzoletti e salti inopportuni. Sul ponte ho scritto articoli senza ricevere nulla in cambio, per nulla intendo qualcosa che riesca a entrare in un portafoglio o in un conto corrente. Sia chiaro, nessuno mi aveva promesso niente, ho deciso di farlo intenzionalmente e aggiungo, con estrema determinazione.
Certo, il lavoro si paga. Il lavoro deve essere pagato ma oggi viviamo in una bolla in cui alcune cose hanno perso un certo equilibrio e in ambito creativo succedono cose che alcuni umani non potranno mai capire. Chi lavora nel mondo magico del web, del giornalismo, quello di oggi però, e della creatività mi comprenderà al volo.
Avevo bisogno di fare palestra, di trovarmi, di capirmi, di migliorare uno stile too old. Insomma avevo bisogno di capire se la scrittura poteva diventare la mia compagna, il mio lavoro, la mia via di fuga, la parte migliore di me.
È stato il 2014 a suonare alla mia porta. Mi ha lasciato un biglietto in cui mi diceva che ero pronta e che se volevo potevo saltare. Prima del salto ho lavorato gratis e oggi voglio dirti cosa ho imparato.
1. Quando non si viene pagati è difficile sorridere di fronte alle revisioni proposte dai vari “capi editoriali”. Spesso sono revisioni incomprensibili.
All’inizio è tutto bello anzi bellissimo. Poi il bellissimo si trasforma in bello e il bello in “ok che la posso fare”. Quando il “ok ce la posso fare” si trasforma in un “ma come mai lo sto facendo?” allora è arrivato il momento di lasciare.
2. Non ti assumeranno. Lo so ci stai ancora sperando o forse sei convinto del contrario. È molto difficile che chi abbia svolto un lavoro gratis in una redazione sarà poi assunto o inserito come freelance in un secondo momento. Perché dovrei pagarti se lavori già per me gratis? Certo, ti sto raccontando la mia esperienza e non ha un valore assoluto quindi la tua storia potrebbe essere diversa.
Ho conosciuto molte persone con una storia simile alla mia. Nessuno di loro è stato preso come freelance nell’ambiente in cui non lo pagavano.
3. Chiedere non è un reato. Se le tue idee sono buone e se piano piano stai migliorando, non avere paura di chiedere come stai andando.
Se hai varcato la soglia del momento “ma come mai lo sto facendo?” allora devo fermarti. Fai una proposta, osa. Chiedi e pretendi perché ormai la tua scuola l’hai fatta, sei pronto. Hai tutte le capacità e l’esperienza di quelli che vengono pagati. Chiedi e pretendi. Se non ti viene dato nulla in cambio, è tempo di correre via.
4. Ai colloqui lavorare gratis non funziona, anche se lo stai facendo per The New York Times. Potrebbe capitarti, a me è successo, che in fase di colloquio ti venga chiesto che tipo di contratto tu abbia con l’azienda X (che è quella che non ti paga).
Io ai colloqui non mento mai. Primo perché non sono brava a mentire e quello davanti a me non è stupido, anzi. Secondo perché tante informazioni si possono verificare e non mi sembra proprio il caso di iniziare con il piede sbagliato. Punto sempre sulla sincerità anche se è dolorosa.
Quindi quando comunichi al recruiter che per quella collaborazione X non vieni pagato, in automatico quella collaborazione perde valore.
5. Lo rifarei. Nel mio caso lavorare gratis ha funzionato, forse perché l’ho fatto con amore ed entusiasmo e finché lo percepivo come uno giusto scambio. Scrivere “giusto” può sembrare un controsenso, lo so. Avevo fatto un patto con me stessa ed ero consapevole delle mie scelte. Non mi sono mai lamentata perché non ci si può lamentare di un qualcosa che abbiamo scelto.
Con “ha funzionato” intendo che mi ha permesso di capire come e di cosa volevo scrivere e mi ha regalato quella flebo di sicurezza a cui attingo nelle fasi più disperate.
6. Sono le esperienze che fanno le persone quindi riempi la valigia con le cose che hai imparato lavorando gratis. Chiudila una volta piena. Senti il click e afferra la maniglia con forza perché adesso sei pronto per un’avventura diversa.
Queste sono le cose che ho imparato lavorando gratis.
Fammi sapere se è successo anche a te.
Valina
Bell’articolo Valentina!!! Io posso dire che lavorando gratis ho capito quello che so fare, le richieste che mi sono state fatte hanno aperto una nuova strada su capacità che non sapevo di avere e mi hanno permesso di bussare a porte tipo the New York Times …ma purtroppo penso come te che se si inizia gratis non puo finire a pagamento!
Baci
Ciao Lory! Primo penso che oggi non tutti abbiamo capito cosa vogliono fare quindi Lory sei una privilegiata :). Secondo grazie! Grazie perché anche se è un argomento che fa male è bello avere qualcuno che comprende quello che hai passato tu.
Grazie Valentina! Anche se ho capito… lo sconforto è dietro l angolo….tieniamo duro!!!!!!in bocca al lupo a noi!
Ps
Scusami aggiungerei solo un consiglio: se lo devi fare gratis … che sia un’azienda seria di professionisti altrimenti non ne vale la pena!!!