Caro Lettore,
sono arrivata a Bristol con Easy Jet e dopo due giorni ho raggiunto Bath by train in circa 15 minuti (con l’autobus ci vuole un’ora). Ti sto scrivendo dalla Cornovaglia, più precisamente da Newquay, città di surfisti e famiglie venute a prendere il sole. Adesso che sono qua ho deciso di riassumerti i primi 5 giorni, di quello che sarà un lungo viaggio, attraverso piccoli dettagli e storie curiose che mi sono capitate. Da Bristol a Bath.
Colori
– Il verde brillante che circondava il Clifton Suspension Bridge di Bristol. Quel ponte appare così leggero che viene da chiedersi se il respiro e la suola dei runner possano distruggerlo da un momento all’altro.
– Miele, il colore delle case georgiane a Bath. Ti avvolgono e ti seducono, così eleganti e riservate lasciano il ruolo di protagonista a porte colorate e allo scuro rigorosamente bianco.
– Rosso, il colore di una porta di Bath che mi ha ricordato il mantello di Amanda Seyfried nel film Cappuccetto Rosso Sangue e l’abito di Tom Ford indossato da Julianne Moore ai Bafta di quest’anno.
A Bath ho dormito nel Campus dell’Università che non solo ha migliorato la mia autostima (mi sentivo una festaiola furibonda nemmeno avessi bevuto tre o quattro bicchieri di vino!) ma è miracolosamente economico.
Mi sono emozionata dentro il Jane Austen Centre perché come sottofondo ti mettono “a ruota” la colonna sonora di Pride & Prejudice di Wright e anche lì sembravo la protagonista di uno di quei film con Hugh Grant (se vuoi puoi scrivere con penna e calamaio e vestirti come una delle sorelle Bennet).
A Bath ho comprato dei sandali gioiello di Primark di due taglie diverse. Forse è stato l’effetto anglosassone, forse l’euforia. Mi sono ritrovata in camera con un 36 e un 39. Dopo ho trascorso una mezz’ora al Customer Service perché l’altro piede 36 (3 size in UK) non riuscivano proprio a trovarlo.
A Bath sono stata accerchiata da un gruppo di ragazze, provenienti dal Taiwan, che si erano perse. Io, come un Totem nel centro, e loro sette con occhi che mi pregavano di aiutarle a ritrovare la retta via. Mi hanno salutata intonando un melodico “Thank you” saltellando e… imboccando la strada sbagliata.
A Bath anche il waiter di Starbucks è riuscito a cogliere la mia natura più nascosta e controversa, quella che non rivelo mai a nessuno.
Enjoy your Thursday!
Valina, la Velina
Valina, la Velina ti dona!
😜
Quante risate mi sono fatta! Immaginavo ti avrebbe fatto divertire!
Non male per essere i primi 5 giorni, mi immagino la scena delle turiste di Taiwan, sarà stato divertente ti avranno preso per una british girl purosangue 😉.
Francy ciao! Erano buffe e allo stesso tempo spaventate. Parlavano come se fossimo state alle prove del coro.