“Credo davvero che ci siano cose che nessuno riesce a vedere prima che vengano fotografate.”
Diane Arbus
“So, anywhere you need to go, you need to go I don’t need to know I’m just a passenger, a passenger.”
Passenger, Made in London, Noemi
C’era una volta il terzo atto… e prima ancora un secondo.
1. “Lui” non è un tipo da “Ehi! Ti regalo un mimosa per la Festa della Donna!”. No, “Lui” non approva le feste commerciali e quindi dice no alle feste consumistiche. Quella pianta super brillante e ottimista me la sono comprata da sola, alla Coop, perché volevo usarla per fare una foto per Instagram.
2. Piccola ma rigogliosa, discreta ma profumata, splendente ma delicata. Questi erano solo alcuni degli aggettivi appartenenti alla mia preziosissima mimosa che purtroppo si è spenta cinque ore dopo l’acquisto. “Lui” si è presentato in camera dicendomi:
– Vale la tua mimosa ha qualche problema, dovevi metterla subito nel vaso. –
Solo che io non ho dato molto peso alle sue parole e quando sono andata in cucina, per prendere una bottiglia d’acqua, ho esclamato sgomenta:
– Oh mio Dio, cosa è successo alla mia mimosa! –
I fiori gialli erano diventati microscopici e avevano perso quella magica luce, un po’ come se fosse arrivato un inverno perenne alla Frozen della Disney.
3. Ho continuato a pensare al ramo fluente, giallo acceso come l’abito di Lena Dunham di Zac Posen (Golden Globes 2014), mentre “Lui” indossava l’espressione da “Te lo avevo detto che era meglio non comprarla”. Per quanto riguarda la foto di Instagram, ho rimediato così.
4. Siamo andati a mangiare un hamburger da Deliburger. C’era una bellissima parete a stripes dai toni autunnali.
– Vale come mai non mangi? Guarda che un panino freddo non è buono. Ma cosa guardi? – esclama “Lui” mentre si volta verso il muro e aggiunge:
– No! La foto no! –
5. Per San Valentino che, aperta parentesi è inserita in prima posizione tra le feste consumistiche che “Lui” odia di più, ho deciso di comprare i biscotti a forma di cuore di Mulino Bianco. Erano quelli a edizione limitata con lettere dell’alfabeto “incise” sopra.
Alla fine l’ho convinto ad aiutarmi (inizialmente aveva assunto l’espressione alla Bill Murray in una scena del film Le avventure acquatiche di Steve Zissou, quella con la mela). Si è unito a me nell’ardua impresa di comporre la parola Love.
6. Poteva mancare, in un pacchetto colmo di biscotti (non era così pieno in realtà), la lettera V? Sono stata costretta a utilizzare un L. Mi sono molto arrabbiata con la Mulino Bianco!
7. – Vale cosa stai facendo con quel vecchio libro in mano? Guarda che io ho fretta, devo andare da un cliente e non mi piace arrivare in ritardo. – lo dice mentre sta sorseggiando un ottimo caffè, quello di una giornata appena iniziata.
– Ho avuto un’idea! Mi sono svegliata e ho pensato di augurare il Buongiorno a tutti scrivendolo su un libro! – esclamo in balia di un’allegria contagiosa preoccupante alla Carrie nella serie tv Homeland.
L’espressione di “Lui” non si può riprodurre ma forse è Amore ai tempi di Instagram.
Valina
Sono bellissime….queste storie……sei bravissima..
Grazie!
In assoluto le mie preferite, in una cosa sono d’accordo con il tuo “lui” s. Valentino per me è la festa di ogni cretino, fa anche rima, possono essere un buono spunto per una storia, una foto, un film ma termina li. Per il resto ottimo racconto, foto bellissime e disegni che sono super realistici nella loro semplicità. Brava
Francy! Grazie! Come mi diverto male! Come sono d’accordo con te solo che cerco di trasformarla in una scusa per comprare biscotti a forma di cuore 😉
Concordo con Claudio e Francy sul ribadire che sono storie belle, perché spontanie. Come i disegni, con espressioni fortissime.
Esco dal coro. Io sono a favore dei festeggiamenti. Primi perché ricordare non fa mai male per sensibilizzare. Il consumismo è dentro le nostre giornate, perché non, io, Valina, Francy &C.viviamo di sole necessità
Sì, dipende anche dalla misura con cui consumi. Ho disegnato l’uomo con la barba!