“Mi piace sentirmi parlare. È una delle cose che mi diverte di più”
Oscar Wilde
“La timidezza è composta dal desiderio di piacere e dalla paura di non riuscirci.”
Edme-Pierre Beauchêne
C’era una volta il Primo Atto e il Secondo Atto.
1. Hai presente quelle ragazze che corrono per farsi autografare un libro e iniziano a parlare per ore con il personaggio famoso di turno? E quelli che si siedono sempre in prima fila e hanno qualcosa da dire?
C’era una ragazza, durante il mio periodo serrato di lezioni universitarie, che alzava sempre la mano e ripeteva, se interpellata, nozioni e parti di capitoli a memoria. Lei c’era sempre e non si vergognava mai. Ok, ammetto di averla trovata noiosa qualche volta però lei non aveva paura, lei parlava in pubblico come se fosse nata tra il pubblico. Io non assomiglio a nessuna delle persone citate qui sopra. A lezione rimanevo sempre in quinta o sesta fila, non mi sedevo nell’ultima perché altrimenti la lavagna si sarebbe trasformata in un’oscura nuvola all’orizzonte.
2. Prima delle stesura degli articoli facciamo sempre almeno una riunione. Ognuno a turno espone le proprie idee, davanti al direttore e ai colleghi. Così nel corso dei mesi, mi sono scoperta lievemente impacciata, un po’ come Rebecca nella redazione di “Far fortuna risparmiando” nel film Confessions of a Shopaholic.
3. Ho letto questo articolo, su Il Sole 24 Ore, di Silvia Sperandio e ho capito che l’ansia e lo stress “da pubblico” accomuna un po’ tutti. Ce l’ho anche io. L’ho sentita, percepita, vissuta. Inizio a parlare veloce e assumo un colore simile al lobster pink e il calore sembra partire dalle punta delle mani fino ad arrivare al collo per poi sfociare completamente sulle guance. A quel punto inizio a pregare che non si veda ma è praticamente impossibile, quasi come non accorgersi degli abiti di Jess in New Girl.
4.
5. Non dobbiamo, come scrive Silvia Sperandio, farci condizionare da noi stessi anche quando sembra del tutto impossibile perché magari sei l’ultima arrivata o indossi una collana super vistosa di H&M, con cristalli e dettagli fluo, e pare che tutti te la stiano fissando. Forse è “solo” il lobster pink del viso. Dobbiamo cercare di credere in noi e nelle nostre proposte.
6. I momenti in cui non guardo il “mio pubblico” sono quelli in cui leggo velocemente gli appunti o gli schemi sui vari fogli. Mai portarne troppi per evitare un’eccessiva gesticolazione, come consiglia (al punto 9) Federica nel post 10 modi per non fallire durante una presentazione pubblica.
7. Migliorerò, potrei sempre raggiungere i livelli di coraggio e autoconvinzione di Robbie Weaver quando, durante il discorso di fine anno e davanti all’intera scuola, dichiara il suo amore per Jessica nel film Crazy Stupid Love. Sto esagerando, forse.
Hai qualche aneddoto da raccontarmi in cui hai parlato o tenuto un discorso in pubblico? Se possiedi dei consigli da donarmi, scrivimi sotto e don’t be shy!
Valina
Ciao Valentina, grazie per il link e complimenti per il bell’articolo!
Grazie Federica! Il vino e le viole è utilissimo, fortuna che vi ho trovato!