Art. 1 (Legge)
ORDINE DEI GIORNALISTI
Sono pubblicisti coloro che svolgono attività giornalistica non occasionale e retribuita anche se esercitano altre professioni o impieghi.
“Scrivo come posso, quando posso, dove posso. Scrivo in fretta e furia, come ho sempre vissuto”
Louis-Ferdinand Céline
“Spesso, da parte di giornalisti o anche durante semplici conversazioni, mi è stata posta la domanda: Ma Lei, perché scrive? Normalmente a questo rispondo, ed è la verità, che ci sono due ragioni di grande importanza. La prima ha a che fare con la necessità di non avere un capo, un boss. La seconda, per non alzarmi presto. Penso che tutti saremo d’accordo che sono delle cose non solo importanti, ma anche, in generale, difficili da raggiungere.”
Javier Marías
1. Ho sempre pensato che non avrei potuto scrivere di “tutto”. In parte è vero ma solo in parte. La mia era la tipica affermazione di chi in fondo non aveva ancora maturato la giusta esperienza. Oggi, dopo circa sei mesi di Redazione fiorentina, comprendo che sarebbe alquanto limitante scrivere solo di due o tre argomenti. Quando le idee non ti mancano, devi solo darti la possibilità di buttarti sul foglio e credere fino in fondo che potrai riempirlo nel modo giusto. Per gli eventuali “errorini” c’è sempre il Capo o gli Editor.
Credo quindi che la scrittura sia una meravigliosa 2.55, con la giusta creatività e costanza può essere abbinata a molteplici outfit. Nel caso della 2.55 (borsa iconica di Chanel, per chi non lo sapesse) è tutto molto più facile, lo so. Scrivere è complicato, richiede idee e rinunce e, come dice Domitilla, “No, scrivere non è il mestiere di tutti“.
2. Diventerò giornalista pubblicista (non userò il Bold per questa frase, potrebbe venirmi la pelle d’oca). Lo scrivo così non posso più tirarmi indietro. La strada è lunga e tortuosa ma io ho deciso di giocare questa partita, da brava Ariete testona, perché non mi voglio accontentare. Ho fatto ciò che sono, proprio come scrive Monia Papa.
Sto cercando di colmare le mie terribili lacune (alle superiori ho frequentato un istituto tecnico, ancora mi domando cosa ci facessi tutte le mattine seduta a quel banco ad ascoltare bilanci e “dare e avere”). Un bel po’ di anni dopo mi sono seduta alla mia prima riunione di Redazione e anche lì, tutti sembravano saperne più di me.
3. Per diventare giornalista pubblicista (sto seguendo l’Ordine Toscano) serve un praticantato di 24 mesi e gli articoli devono essere almeno 100 per i quotidiani, almeno 60 per i settimanali e almeno 20 per i mensili. Il consiglio dell’Ordine Toscano ritiene sufficiente una retribuzione lorda complessiva nel biennio di almeno 2.000 euro per i quotidiani, di almeno 1.500 per i settimanali e di 1.000 per i mensili. Tutto quello che hai pubblicato a titolo gratuito non vale e devi infatti presentare tutta la documentazione dei pagamenti. Devo precisarlo perché in Italia spesso i lavori creativi non solo sono sottopagati ma alcuni non sono proprio remunerati. Esiste qualche caso, vedi Riccardo Esposito e il suo piccolo manuale, in cui conviene scrivere gratis ma solo se abbiamo da guadagnarci anche noi!
4. La mia esperienza. Cerco sempre di proporre idee che mi piacciono e che riguardano temi che si avvicinano a me. Alle riunioni ho proposto Instagram in relazione con Firenze (bocciata!) e Pitti (bocciata!). Mi sono appassionata alle storie particolari di alcune vie, ho scovato curiosità, ho scritto di personaggi vivi e morti. Ho fatto le mie prime interviste e tante ne dovrò ancora fare. Nella prima Cristina Romeo, blogger di Mamme a Firenze, mi ha raccontato i problemi e i punti di forza del Quartiere 2 di Firenze. Il mio pezzo e quello pubblicato sul cartaceo erano praticamente identici.
5. La mia esperienza. Scrivo di mostre e mi piace molto. Se scrivo di moda sono ancora più felice. Quando ho ricevuto il pezzo sull’apertura del negozio Richard Ginori in via de’ Rondinelli 17r erano contentissima. L’errore che faccio spesso è quello di lasciarmi trascinare dall’euforia e dai “colori” utilizzando tematiche, come la fotografia o il cinema, che potrebbero arricchire il pezzo ma creare qualcosa di non adatto al pubblico di quella rivista o alla rivista stessa. Dobbiamo ricordarci sempre per chi stiamo scrivendo e quale sia lo scopo del pezzo. Qui dovevo informare e lo dovevo fare senza troppi girigogoli.
6. Come organizzo il lavoro. Io sono un casino perché scrivo nel disordine e solo lì trovo tutta l’ispirazione. Scrivo una quantità illimitata di post-it che poi conservo. Ho il timore che non sarà così per sempre.
7. Leggo per colmare anche le lacune di grammatica (qui potresti trovare un sacco di spunti per scrivere meglio). Mentre divento uno scrittore vincente (speriamo!), volevo mostrarti cosa intendo per scrivere con girigogoli. Quando scrivo per Vogue non seguo nessuna tecnica, leggo tanto e di tutto e ascolto un sacco di interviste o vedo film a seconda del personaggio o tema su cui andrò a scrivere. Questo lo faccio sempre, cerco di documentarmi un sacco.
Ieri è uscito il mio pezzo su Beyoncé, non avevo mai scritto di una cantante. Per scriverlo ho fatto le 4 di notte, come molti fanno, niente di eccezionale. Quando l’ho finito ero euforica, avevo la penna che mi scriveva da sola. Avevo lo scintillio del pazzo pubblicista to be.
Valina
Si accettano consigli, storie e opinioni al riguardo. Don’t be shy!
Grazie del link 🙂
Ma che te ne fai di tutti quei post-it?
Le 4 di notte non le farei mai, neanche se mi pagano. Anche perché la mia sveglia squilla alle 6,30 e io alle 23,30-24 massimo crollo…
Direi che non hai bisogno di consigli, visto che scrivi per una rivista famosa. Hai detto che leggi molto e ti documenti, quindi hai tutto quel che serve.
Ciao Daniele,
grazie a te, io ti leggo spesso! I post-it vanno a gonfiare i quaderni che hanno ormai difficoltà a chiudersi. Scriverci purtroppo non vuol dire lavorarci (quello rimane il mio sogno più grande!).
Essere pubblicista significa anche fare solo quello, io purtroppo non ho più tempo, dovrei dedicare allo scrivere meno di un ora al giorno, ho la testa piena di idee di articoli, ma non ho tempo per elaborarle, mi piacerebbe coniugar le con un altro lavoro, ma per me è impossibile.
Per la sezione idee, perché non raggruppi tutti i tuoi articoli dei sette pensieri e ci scrivi un libro? In fondo sarebbe una tua biografia
Opinioni: scrivi bene, meglio di me che ho frequentato lo scientifico.
Io attualmente scriverei su le nuove generazioni, dobbiamo far appassionare i più piccoli all’arte( musica,danza,pittura,scultura etc) io da piccola ne ho avuto la possibilità, suonavo il piano ed ho una voglia immensa di ricominciare
Francy era ironico sulla biografia vero? Per lo scrivere: se lo desideri davvero troverai il tempo.
Vai avanti Valentina, sei bravissima! Anch’io sono ariete e noi sappiamo abbattere (nel vero senso della parola) tutti gli ostacoli che si presentano sulla nostra strada. E sul discorso delle divagazioni non adatte al pubblico della rivista, posso dirti che negli articoli per Vogue.it, con i riferimenti cinematografici hai creato uno stile tutto tuo e immediatamente riconoscibile (cosa positiva) e hai regalato al lettore un assaggio della tua personalità. Ti faccio i migliori auguri! Un abbraccio. Nadia P.S. anch’io sto aprendo un blog, ma sono alle prime armi
Nadia, sono felice che tu sia Ariete ma sono ancora più felice di questo magnifico commento che mi hai appena lasciato. Grazie! Lasciami il link al tuo blog che poi lo vado a vedere.
Auguri anche a te!